La fase di transizione dagli impianti tradizionali del passato agli impianti innovativi del futuro è rappresentata da impianti termici ibridi, costituiti da un duplice generatore di calore, solitamente alimentati da diverse fonti di energia: un combustibile fossile e una fonte rinnovabile. L’esempio più diffuso è sicuramente rappresentato dal sistema ibrido caldaia a condensazione e pompa di calore aria-acqua. Avere due generatori di calore significa poter scegliere in ogni momento il funzionamento più conveniente, dando la priorità di volta in volta al generatore più conveniente in ogni preciso momento in base alle condizioni di esercizio, assicurandoti sempre massima efficienza e risparmio sui costi energetici. Questa tecnologia consente inoltre il funzionamento dei due generatori sia in alternanza che in contemporaneità.
In pratica, quando le temperature esterne sono comprese tra 0°C e 5 °C, la pompa di calore e la caldaia a condensazione funzionano in modo combinato, massimizzando il funzionamento del generatore energeticamente ed economicamente più efficiente. Se la temperatura esterna aumenta, la pompa di calore è in grado di coprire l’intero fabbisogno termico richiesto, riducendo di conseguenza i consumi della caldaia a condensazione. In caso contrario, se la temperatura esterna scende al di sotto di 0°C, funziona solamente la caldaia a condensazione, poiché con temperature così rigide il funzionamento della pompa di calore aria-acqua è energeticamente sfavorito.
I sistemi ibridi possono essere utilizzati, oltre per la produzione di energia termica, anche per la produzione di energia frigorifera, mediante l’inversione di ciclo della pompa di calore aria-acqua. Il funzionamento è analogo a quello di un comune condizionatore però, anziché raffrescare direttamente l’aria in ambiente, verrà prodotta acqua refrigerata da inviare ai terminali in ambiente. Questa soluzione richiede, ovviamente, che l’impianto sia predisposto anche per la climatizzazione estiva dell’edificio.
Oltre a quelli visti in precedenza, i sistemi ibridi hanno i seguenti vantaggi:
Per ulteriori informazioni, curiosità e approfondimenti tecnici siamo a disposizione.
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è un documento che definisce innanzitutto le prestazioni energetiche degli edifici, e in secondo luogo, i possibili interventi migliorativi più convenienti dal punto di vista economico ed energetico. Dal punto di vista del cittadino, l’APE è uno strumento di conoscenza delle prestazioni dell’edificio in caso di acquisto o locazione di un edificio. In particolare l’APE contiene il fabbisogno di energia annuale per il riscaldamento, il raffrescamento, la ventilazione, la produzione di acqua calda sanitaria e, per edifici non residenziali, anche per l’illuminazione e tutti i sistemi di trasporto di persone, quali ascensori e scale mobili.
Di seguito vengono riportate le anteprime delle prime due pagine dell’APE, con la spiegazione di tutti i campi che lo compongono per una chiara comprensione di ciò che viene descritto nel documento.
Quando è necessario
L’APE è necessario per edifici di nuova costruzione, indispensabile per ottenere il permesso di costruzione, e per edifici esistenti, in caso di compravendita o contratti di locazione. Sono assimilati ad edifici di nuova costruzione anche gli edifici sottoposti a demolizione, ricostruzione o ampliamento di edifici esistenti con nuovi volumi climatizzati, per un minimo del 15% del volume climatizzato o di 500 metri cubi. Nel caso l’edificio abbia già un APE e non siano stati svolti nuovi lavori di ristrutturazione che ne abbiano modificato la classe energetica non è necessario produrre un nuovo APE. Infine, l’APE è obbligatorio qualora vengano svolti lavori di ristrutturazione importante, su elementi dell’involucro esterno la cui superficie complessiva sia superiore al 25% dell’intero involucro dell’edificio. L’APE, infine, è necessario per accedere da incentivi economici per la ristrutturazione edilizia.
Interventi migliorativi
Nella seconda pagina dell’APE il soggetto che redige il documento indica delle raccomandazioni per possibili interventi di ristrutturazione importante o, in caso minore, di riqualificazione energetica. Poiché entrambi gli interventi hanno un impatto sulla prestazione energetica dell’edificio durante l’uso, è importante che venga indicata la classe energetica raggiungibile con l‘intervento e il tempo di ritorno dello stesso, i quali sono due indici fondamentali per stabilire la bontà o meno di un intervento. In caso di approfondimento, è possibile rivolgersi ad un esperto per ottenere una diagnosi energetica più dettagliata, contenente ulteriori indici economici, soprattutto nel caso di ristrutturazioni rilevanti.
Chi redige l’APE
L’APE viene redatto da un tecnico certificatore, che corrisponde ai requisiti di legge (DPR 16 aprile 2013, n. 75). Il soggetto certificatore deve avere le seguenti caratteristiche:
Informazioni importanti
L’APE va richiesto dal costruttore, nel caso di nuovi edifici, e dal proprietario o dal possessore dell’immobile, nel caso di edifici esistenti. Il soggetto che redige l’APE è obbligato ad eseguire un sopraluogo per acquisire i dati necessari alla redazione dell’APE. Inoltre la collaborazione del richiedente è fondamentale per definire i dati relativi al funzionamento e alla gestione d’uso dell’edificio.
Validità del documento
Il documento è valido 10 anni.
Esso però deve essere aggiornato ad ogni intervento di ristrutturazione che modifichi la classe energetica dell’edificio. Occorre inoltre allegare all’APE i libretti d’impianto con i relativi controlli di manutenzione secondo il DPR 74/2013. In mancanza di tali documenti, la validità dell’APE decade il 31 dicembre dell’anno successiva a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata.
Gli impianti di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) con recuperatore di calore, si stanno diffondendo velocemente nell’impiantistica moderna e, mentre fino a poco tempo fa era un’applicazione utilizzata quasi esclusivamente in ambito commerciale o professionale, ultimamente sta avendo un’ampia diffusione anche nel settore residenziale. Gli impianti VMC si stanno diffondendo e stanno coprendo tutti i settori edilizi, proprio nell’ottica che entro il 2020 gli edifici dovranno essere ad energia quasi zero. Infatti, solo mediante l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata è possibile raggiungere la massima prestazione energetica dell’edificio.
Cos’è?
Un sistema di ventilazione meccanica controllata è un impianto che garantisce un continuo ricambio d’aria all’interno di un edificio, con il vantaggio di poter controllare anche la qualità dell’aria immessa e ricambiata. Nei settori commerciali o similari, gli impianti VMC hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale per quanto riguarda il benessere interno degli occupanti e la riduzione dei consumi energetici globali dell’edificio stesso.
Oltre a fornire il giusto ricambio d’aria per l’edificio, permettono di risolvere problematiche relative alle strutture edilizie, la più diffusa è sicuramente la formazione di muffe, in presenza di ponti termici e dove la percentuale di umidità relativa è elevata (nei bagni o nelle cucine), oppure dove la salubrità dell’aria è un fattore essenziale per la salute delle persone (nelle camere da letto o nelle singole stanze dove gli occupanti trascorrono gran parte del loro tempo).
Quali sono le tipologie?
Esistono fondamentalmente due sistemi di ventilazione meccanica per gli edifici residenziali: impianti con unità a singolo flusso o a doppio flusso.
Gli impianti VMC a singolo flusso sono caratterizzati da canali e bocchette di sola mandata dell’aria di rinnovo. L’espulsione avviene invece attraverso appositi fori, presenti solitamente nei serramenti, i quali permettono la sola fuoriuscita dell’aria a causa della leggera sovrappressione dell’ambiente interno, rispetto a quello esterno, che viene generata dall’assenza della ripresa dell’aria dai locali.
Gli impianti VMC a doppio flusso differiscono da quelli a singolo flusso per il fatto che viene installata un’unità di ventilazione che gestisce l’immissione e la ripresa di aria dai singoli locali, completa di sistema di recupero di calore. In particolare, i recuperatori di calore a flussi incrociati sono sistemi di recupero di tipo statico, ossia non hanno alcun elemento in movimento e trovano larga diffusione negli impianti VMC, soprattutto per il loro ridotto spazio in termini di altezza. Essi, infatti, permettono di realizzare unità di ventilazione di ridotto spessore, permettendo una migliore collocazione delle stesse anche in zone dell’immobile nelle quali si prevede l’installazione a soffitto, senza necessariamente dover predisporre un locale specifico. Gli scambiatori a flussi incrociati utilizzati negli impianti VMC di tipo domestico sono equipaggiati con recuperatori di calore con flussi d’aria in controcorrente, che sono in grado di raggiungere valori di efficienza attorno a 70-80%.Questi sistemi hanno tra i tanti vantaggi quello di poter recuperare grande parte dell’energia richiesta per il mantenimento delle condizioni interne, scambiando calore tra l’aria di mandata e l’aria estratta, riducendo notevolmente i consumi energetici.
Sono previste agevolazioni fiscali?
Per tutti i motivi visti in precedenza, l’impianto VMC permette ridurre i consumi energetici e di aumentare la classe energetica dell’edificio.
Dunque, se l’impianto VMC rientra in un contesto di riqualificazione globale energetica dell’edificio esistente gli impianti VMC possono beneficiare delle detrazioni fiscali del 50% (Bonus Ristrutturazioni), come previsto dall’attuale Legge Finanziaria.
Inoltre, qualora gli impianti VMC vadano ad aumentare la classe energetica dell’edificio possono accedere anche alle detrazioni fiscali Irpef o Ires del 65%, le quali, oltre a garantire una maggiore detrazione, permettono di accedere ai benefici indotti dall’Ecobonus, già affrontati nella relativa news.
Due delle misure più importanti riguardanti le agevolazioni nel settore edilizio sono le detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico, al 65%, e per le ristrutturazioni edilizie, al 50%.
Ecobonus
Gli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici beneficiano della detrazione fiscale del 65%. Nel caso di interventi con un’incidenza superiore al 25% della totale superficie disperdente la detrazione sale fino al 70% mentre, se l’intervento è finalizzato a migliorare le prestazioni sia estive che invernali dell’edificio, la detrazione aumenta al 75% della spesa. Altra novità importante, è la possibilità di cedere lo sgravio fiscale a soggetti terzi, che non necessariamente abbiano eseguito i lavori.
Detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie
Un’altra tipologia di incentivo è la detrazione sull’Irpef del 50% sulle ristrutturazioni edilizie “semplici”, con un limite di 96.000 euro per unità immobiliare. Gli interventi incentivati sono veramente tanti e comprendono in linea di massima tutte le opere di manutenzione “straordinaria” e restauro, alcuni esempi: accorpamenti di locali, allargamento o nuova realizzazione di porte, finestre, lucernari, rimozione di barriere architettoniche o rifacimento scalini, installazioni di antifurti, citofoni, inferriate, cancelli, montascale, montacarichi, ascensori, impianti fotovoltaici con o senza batteria, realizzazione ex-novo di box auto o garage, grondaie, ritinteggiatura o rifacimento della facciata, marciapiedi e pavimentazioni esterne, serramenti e saracinesche, trasformazione di un balcone in veranda, opere finalizzate alla sicurezza statica e antisismica, rifacimento del tetto.
Per il nostro settore è prevista la detrazione per l’installazione di stufe, caldaie, condizionatori, impianti idrico/sanitari, scarichi e canne fumarie. Inoltre, la detrazione fiscale fa particolare attenzione all’installazione di impianti che sfruttano le fonti rinnovabili di energia.
Le opere di manutenzione “ordinaria”, invece, sono detraibili solamente per interventi su parti comuni dell’immobile.
Come viene ripartita la detrazione fiscale?
La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, a partire dall’anno in cui è stata sostenuta la spesa.
La detrazione è cumulabile con altri tipi di incentivi?
No. La detrazione fiscale, per uno stesso intervento, non è cumulabile con altri tipi di incentivi.
Chi può fruire della detrazione?
Possono usufruire della detrazione sulla spesa sostenuta per la ristrutturazione edilizia chiunque sia soggetto all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), sia esso proprietario dell’immobile, titolare di diritto di godimento sull’immobile oggetto dell’intervento, ad esempio un inquilino, o un mero familiare convivente, a patto che sostengano le spese.
Le società e gli imprenditori possono beneficiare della detrazione fiscale purché gli immobili non rientrino fra i beni strumentali o merce.
Cosa succede in caso di vendita dell’immobile?
In caso di vendita dell’immobile, il venditore può scegliere se continuare a beneficiare della detrazione fiscale oppure se cederla all’acquirente, purché quest’ultima sia una persona fisica. In assenza di specifiche indicazioni, il beneficio viene trasferito al cliente.
Cosa si intende per manutenzione straordinaria?
Sono considerati interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare la volumetria complessiva degli edifici e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso. Nel caso di demolizione e ricostruzione dell’immobile, l’intervento non è incentivato poiché è considerata come “nuova costruzione” mentre, nel caso di ristrutturazione e ampliamento, l’incentivo spetta solamente alla parte esistente dell’immobile.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il documento “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” dell’Agenzia delle Entrate (versione aggiornata 14 giugno 2017).
Appena qualche settimana fa il sito di Guzzon Impianti è sbarcato nel web per farsi conoscere ma, soprattutto, per far conoscere!
Il nostro obiettivo è infatti quello di informare i nostri clienti dell’evoluzione del settore impiantistico che, in linea con gli altri settori ad esso connessi, ha subito nell’ultimo periodo importanti cambiamenti influenzati dai concetti di innovazione e sostenibilità. Sarà nostro compito dunque, diffondere l’informazione per un settore che negli ultimi anni ha subito importanti mutazioni condivise con altri settori, da quello edilizio a quello energetico. Il nostro infatti è solo un singolo blocco della filiera energetica relativa all’edilizia, nonché uno dei protagonisti di questo ampio settore. Appunto per questo ci impegniamo di informare i nostri clienti e chi avrà il piacere di seguirci, su tematiche che vanno anche oltre il nostro ambito ma che indirettamente ci vedono interessati.
Un altro aspetto molto importante e che cercheremo di diffondere e comunicare sono le numerose forme di agevolazione in campo energetico. Il nostro settore prevede agevolazioni alle spese sostenute per interventi di riqualificazione, finalizzate ad una maggiore efficienza impiantistica. Questo è infatti un settore in costante mutazione che, per raggiungere gli obiettivi imposti a livello nazionale ed europeo, ha bisogno di finanziamenti e facilitazioni che nella maggior parte dei casi non vengono del tutto sfruttati, non tanto perché non ce né il bisogno, ma perché non ne siamo pianamente a conoscenza.
Che dire… la nostra attività è tanto affascinante quanto complicata a causa delle continue modifiche interne al nostro campo di interesse, ma cercheremo di fare chiarezza e, nel caso qualcosa ci dovesse scappare di mano, siamo stimolati ad approfondirla e a dare la nostra opinione. Dunque invito chiunque a porci eventuali tematiche e questioni che non risultano essere molto chiare. Può sembrare un paradosso, ma è proprio questo che ci piace del nostro lavoro, il continuo dinamismo e innovazione che ci spingono ad un costante aggiornamento.
Non ci resta dunque che invitarvi a seguire i nostri canali di informazione, che ci impegniamo a mantenere costantemente aggiornati.